di Giuseppe Mammarella
L’Albania, memore degli aiuti ricevuti anche in età remota, ha inviato in Italia un nutrito gruppo di personale sanitario. Anche il nostro territorio, come è noto, poco oltre la metà del XV secolo, ospitò “…molte Famiglie dell’Albania, e dell’Epiro…”. Tantissime “furono accolte in questa Diocesi (di Larino), come in Campomarino, Portocannone, Chieuti, Santa Croce, Ururi, Sant’Elena, Colle di Lauro, in Larino, e in alcuni suoi Casali formando in essi come tante Colonie […] e furono appellati, come si appellano Albanesi Epiroti, detti in latino da i più Eruditi, ‘Italo-Graeci’; nominati Itali dalla Regione, nella quale sono stati ricevuti, che è l’Italia, e Greci dal Rito, che in origine osservavano…” (da G. A. Tria, “Memorie…”, Roma 1744, pp. 308-309). Gli Albanesi, successivamente (agli albori del XVI secolo), raggiunsero anche Montecilfone. Il Vescovo di Larino che accolse per primo nella propria diocesi gli Albanesi, fu il benemerito Antonio De Misseriis (1456-?). Il Presule, larinese di origine, ospitò gli Albanesi, in particolare, nel Casale di Aurora (Ururi), rimasto disabitato a causa del terremoto.