CAMPOBASSO. 1,2,addirittura 3 progetti per l’ospedale Covid nel Molise.
Alla fine presentati soltanto 2. Uno dal commissario ad acta, il generale Angelo Giustini (Vietri centro Covid regionale), e il secondo dallo stesso Toma (articolo pubblicato a lato) che ha inviato al Ministero quello redatto dall’Asrem e firmato dal sub commissario Ida Grossi (ex hospice del Cardarelli centro covid).
Due progetti, ma soprattutto una profonda spaccatura all’interno della stessa struttura commissariale, per un tema così delicato che ha visto il Molise, per usare le parole del consigliere regionale Vittorino Facciolla “uscire davvero molto male, molto più male di quanto potevo immaginare. Siamo di fronte a lacunosità e spaccature insanabili, a due schieramenti che si sono fatti la guerra e non capisco cosa ci facciano ancora qui”.
In diretta su Telemolise, nel corso della trasmissione #Ingresso Libero, condotta in studio da Pasquale Di Bello, con ospiti il presidente della regione Donato Toma, i consiglieri regionali Vittorino Facciolla e Gianluca Cefaratti, il sindaco di Larino Pino Puchetti, il manager Oreste Florenzano, il generale Angelo Giustini, il rappresentante del Forum per la sanità pubblica Italo Testa e il rappresentante del comitato Pro Cardarelli Tommasino Iocca, tutti i molisani hanno potuto farsi un’idea chiara di quanto è accaduto in questi ultimi mesi, e poi giorni, riguardo alla vicenda legata all’istituzione in regione di un centro covid.
Farsi un’idea chiara di come si siano create spaccature profonde tra chi ha portato avanti l’idea progettuale del Vietri (lo ricordiamo il generale Giustini, 118 sindaci, il consiglio regionale a maggioranza, i comitati e le associazioni) e chi invece ha sostenuto l’idea di adibire l’ex hospice del Cardarelli a centro covid (l’Asrem, lo stesso Toma, il pro Cardarelli e il sub commissario Grossi).
Nel corso della trasmissione, dopo la conferma fatta dallo stesso Toma del secondo progetto inviato dal Molise per la istituzione di un centro covid, e la chiarificazione sulla data esatta entro cui inviare il progetto al Ministero, sono emerse notizie per certi versi eclatanti.
In primis, quella che la stessa struttura commissariale si è letteralmente spaccata. Due rappresentanti del governo, nominati per gestire la sanità molisana indebitata da anni che avrebbero dovuto lavorare di comune accordo, hanno scelto strade diverse come se fossero espressione di due organismi diametralmente opposti e non espressione unica del Governo nazionale.
La seconda notizia riguarda addirittura la redazione di un terzo progetto che l’Asrem ha redatto in risposta alle richieste del generale Giustini. “O meglio uno studio di fattibilità – come l’ha definito il manager Florenzano – per il Vietri che però non è stato inviato a Roma”.
Ma c’è di più, dopo gli interventi dei consiglieri regionali, del sindaco Puchetti, (quest’ultimo ha ribadito come la scelta del centro Covid al Vietri non sia campanilistica ma di tutto il Molise) i telespettatori hanno assistito allo ‘scontro’ tra il manager Florenzano e il generale Giustini. uno ‘scontro’ tra chi dovrebbe eseguire e chi (Giustini) – citiamo testualmente – rappresenta la legge.
Florenzano ha ricostruito i passaggi che ha seguito per arrivare alla predisposizione del progetto covid al Cardarelli, ma anche alla redazione, con la sua squadra di elevata professionalità, dello studio di fattibilità per il Vietri che non è andato a Roma. Il manager che non ha escluso progetti per il Vietri, ha spiegato come la scelta del Cardarelli sia al momento la scelta migliore.
Una ricostruzione ‘interrotta’ dalle parole del generale Giustini che, in collegamento telefonico’ ha ripetuto più volte “negativo, negativo”.
“Io sono un generale – ha affermato Giustini – conosco bene i principi gerarchici. Ho chiesto per tempo al manager Florenzano di fornirmi assistenza per la redazione del progetto per il Vietri, ma non ho trovato risposta. In serenità, dico che il progetto sul Vietri voluto da ben 118 sindaci, dalla maggioranza del consiglio regionale, dai comitati è stato regolarmente inviato al Ministero, certo non è stato facile predisporlo senza l’aiuto delle persone che avrebbero dovuto fornirmi assistenza. Lei ha ricordato di avere avuto una squadra di elevata professionalità alle spalle, io al contrario mi sono trovato senza una squadra, senza quelle persone che per legge avrebbero dovuto rispondere alle mie richieste. Ho fatto i salti mortali e devo dire grazie al sindaco di Larino, ad alcuni esperti di sanità di fuori regione, ad ingegneri che si sono messi a disposizione perché non ho potuto contare sulla struttura che lei dirige”
Per tutto il resto, la trasmissione è durata circa 2 ore, vi lasciamo il link cosi ognuno potrà davvero farsi la sua idea di cosa sia realmente successo sulla proposta di avere in Molise, in risposta alle direttive nazionali, un centro covid.