LARINO. Quello con gli interventi dell’artista larinese Adolfo Stinziani è divenuto un appuntamento fisso del nostro blog, oggi Stinziani ci presenta l’artista Carlotta Licursi, nata ad Ururi ma che da anni vive e lavora a Termoli.
“Abilitata all’insegnamento di Arte, ha conseguito la maturità artistica nel Liceo di Isernia. Recentemente ha esposto, come artista del Caperam (Catalogo Permanente Artisti Molisani) , in contemporanea nel Municipio di Termoli e al Palazzo Ducale di Larino due dei suoi lavori, tra cui un originale olio su tela intitolato “Peter e la sua tartaruga”
Carlotta Licursi ha perfezionato la tecnica pittorica con i maestri Igor Verrilli e Sofya Albamasova, senza però abbandonare le sue qualità creative, indici di un percorso artistico sempre in crescita e con una costanza che valorizza oltremodo il suo talento.
Carlotta è una persona tendenzialmente positiva e solare, sono aspetti questi che si ritrovano spesso nei temi che sceglie ed interpreta con molta competenza tecnica. Non disdegna certo la classica tradizione accademica, evidente nella composizione molto equilibrata e curata in tanti dei suoi lavori, ma è ben disposta al nuovo, alla ricerca e alla sperimentazione, anche nelle tecniche.
L’artista in alcune delle sue opere trova ispirazione nella pittrice americana Andrea Kowch che non ancora quarantenne è stata definita come:
“una voce potente che emerge, dimostrando una coscienza altamente sensibile”.
Nei lavori di Carlotta la Bellezza regna indiscussa e sovrana, obbedendo ad un suo personale canone estetico (una delle sue prerogative sono gli occhi chiari), che si realizza in un realismo onirico e magico.
La sua poetica predilige gli ameni sentieri, i temi che interpreta non sono mai chiassosi e provocatori, spesso sono semplici e naturali, sono “piccoli idilli”, gradevoli “piccole cose”, essi esprimono una serenità che incontra la magia, e l’aspetto più puro della Bellezza, quello interiore.
Indubbiamente i suoi personaggi catturano lo sguardo per il loro aspetto fisico, ma trasportano l’osservatore in una dimensione di emozioni semplici e delicate, quelle che a volte dimentichiamo o non sappiamo più riconoscere; sono brevi, piccoli e fugaci attimi che fanno vibrare le corde del cuore e rasserenano l’animo.
Ne “Il cuscino di piume”, un olio su tela (40×50) una forma di ipnosi blocca lo sguardo del fruitore che ne resta affascinato, e poi come per magia quell’immagine di sensuale delicatezza che ispira una purezza d’animo, avvolge lo spettatore in una serenità estrema.
I colori sono calibrati con maestria, sono armonici, le nudità della donna che riposa sono accarezzate da una luce vellutata e soffusa che rievoca una notte di plenilunio di una calda estate.
La testa sprofonda in un morbido cuscino di piume e un ricciolo capriccioso sottolinea l’alto zigomo di una verace bellezza mediterranea.
L’atmosfera così interpretata e dipinta rende appieno la poetica di Carlotta Licursi, quel magico realismo che invita al sogno e alla poesia.
Carezzando le tue carni ho sentito il profumo del mare
Ed ho visto orizzonti lontani bruciati dal primo sole.
(Versi di A. Stinziani)
Adolfo Stinziani