TERMOLI. Lo aveva annunciato nelle ore immediatamente successive alla prematura scomparsa dell’artista, dell’amico Adolfo Stinziani, ed oggi nell’ambito della manifestazione indetta dai Cantieri Creativi per la notte di San Lorenzo, ‘Borghi in Fiaba’: premio internazionale di scrittura ed arte visiva, la referente Antonietta Aida Caruso ha consegnato alla mamma e alle due sorelle dell’indimenticabile e poliedrico artista larinese, l’encomio per la sua poesia ‘Larino mia’.
In Largo Piè Castello, col mare come scenografia, vicino al ristorante Spirito Divino, oltre all’encomio all’artista larinese sono stati premiati i finalisti del premio che mira alla conoscenza e alla valorizzazione del paesaggio inteso come Bene Culturale, attraverso i linguaggi artistico-letterari della comunicazione, creando immagini, testi poetici e in prosa ambientati nei borghi.
Ospiti dell’edizione 2022: Elvira Del Monaco Roll – scrittrice e poetessa di Napoli, Oscar De Lena – presidente dell’Archeoclub di Termoli, il collega giornalista Emanuele Bracone, Carlo Viggiano – presidente dell’ACM di Vasto, Pico Cordis – presidente dell’associazione “Un Passo Avanti” di Ascoli Piceno.
Ed ancora i critici: Maria Carmela Mugnano – scrittrice e poetessa, Lucia Lucianetti – docente di Letteratura, Laura D’Angelo – docente di Letteratura, poetessa e scrittrice, Antonio Narducci – storico dell’arte, Viviana De Rosa – conservazionista Beni cult., Michela Della Penna – docente di Pittura.
“Tremano le parole della sua poesia “Larino mia” in questo tempo viandante e tiranno che ruba i giorni prima che il sole tramonti sul nostro operato alla memoria dell’amico Adolfo l’associazione Cantieri Creativi conferisce il meritato premio per la sua poesia:
Larino mia messa in croce, senza più voce e tradita.
Larino calpestata, cenere di un mondo ormai combusto.
Anima dolce dei larinesi, tra le stelle.
Larino amata, sul colle e nel fosso.
Dal nobile incarnato, dal sudore speziato.
Solenne, fiera, devota e festosa nei lunghi giorni di maggio.
Sono nato qui e solo qui respiro.
Sempre torno alla mia amata terra, alle sue colline
e all’orizzonte infinito col suo mare.
Come un acquazzone il silenzio
ha inondato il tuo glorioso passato.
Ma io sento il tuo respiro, ti cerco in quel silenzio
e il mio cuore trema come una corda al vento.
Sorridimi in questa quiete che sa di te, di amore,
di sensuali tigli, dai quali scende silenziosa la polvere
dei suoi fiori odorosi.
Staccati da quella croce.
Nulla rinasce se non muore.
Ed io che guardo nient’altro che il tuo corpo assopito,
ti chiedo: Svegliati, svegliati, svegliaci”.