Inaugurato e benedetto in via le Canada alla presenza dei familiari il monumento a ricordo dei santacrocesi deceduti durante i mesi tragici della pandemia.
SANTA CROCE DI MAGLIANO. “Se sarai vento, canterai. Se sarai acqua, brillerai. Se sarai ciò che sarò. E se sarai tempo, ti aspetterò. Per sempre”.
Le parole melodiose del cantante Irama hanno accompagnato al cielo i ventitré palloncini bianchi al termine di una mattinata di commemorazione per quei 23 cittadini del centro fortorino strappati all’affetto dei loro cari e della comunità tutta a causa del dilagare del Coronavirus tra la fine del 2020 ed i primi mesi del 2021.
Una cerimonia davvero commovente fortemente voluta dal Comitato delle Vittime Covid e fatta propria dall’amministrazione Florio che si è spesa per rendere concreta l’idea del Comitato ossia quella di installare sul viale Canada, a due passi dalla statua di San Pio, un monumento a perenne memoria di quelle vittime, di quei padri, madri, fratelli, zii e cugini, nonni, amici vittime silenziose e solitarie di una pandemia che ha duramente colpito la piccola comunità fortorina.
La cerimonia è iniziata alle 10.30 con la Santa Messa in loro suffragio officiata da Don Costantino Di Pietrantonio, nella gremita Chiesa di Sant’Antonio di Padova. In chiesa il Sindaco Alberto Florio, l’intera amministrazione santacrocese, il consigliere regionale Aida Romagnuolo, e loro i familiari delle 23 vittime. Una omelia semplice e profonda quella di Don Costantino che ha fatto da preludio alla solenne processione e al momento di raccoglimento e preghiera su Viale Canada dove si è proceduto a scoprire e a benedire il monumento con i nomi dei santacrocesi scomparsi.
“Maria Licursi, Domenico Di Lalla, Flaviano Iarocci, Giovanni Lommano, Elisabetta Calandrella, Ettore Antonio Carnevale, Nicolina Lafratta, Michele Lommano, Santina Zeffiro, Carolina Cordone, Francesco Casciano, Emiddio Torzillo, Antonio Minotti, Fernando Petruccelli, Pasquale Rosati, Michele Cappiello Brienza, Anna Cappiello, Maria Camillo, Simone Manzo, Lucia Guglielmo, Pietro Pucci, Vincenza Rocchino e Giacomo Flaviano Camillo”.
Emozionanti le parole del Sindaco Alberto Florio che ha iniziato il suo intervento leggendo tutti e ventitré ed ha poi affermato “sono stati giorni terribili, pieni di dolore, ma anche di tanta solidarietà. Il nostro pensiero oggi va a chi ci ha lasciati combattendo da soli, nel silenzio e lontano dai propri cari. Offriamo a loro questo tributo come comunità che ha perso parte dei suoi figli pagando un prezzo davvero troppo alto”.
La signora Liliana Torzillo, portavoce dei familiari delle vittime, che ha perso il suo papà, ha ricordato la drammaticità di quei momenti, le paure e le difficoltà affrontate ma anche la vicinanza e la tanta solidarietà da parte di chi si è trovato in prima linea ad affrontare l’emergenza e ad offrire il proprio contribuito per chi tanto aveva bisogno. La stessa ha voluto ringraziare il sindaco Florio per le misure restrittive prese e per aver messo a disposizione la sua farmacia consentendo alle associazioni Rgpt e Gepa di poter raggiungere le famiglie positive nella distribuzione dei farmaci come nell’espletamento dei tamponi. Ed ancora il presidente della regione Donato Toma, il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, quello amministrativo Antonio La Storia, il direttore del distretto sanitario Giovanni Giorgetta e Giovanni Quici, la ditta Sebastiano Marmi, i tecnici che hanno redatto il progetto, la ditta Antonio Celeste ed Emilio Trasmundi. Grazie a tutti di cuore”.
Il sindaco Florio dal canto suo ha rivolto un ringraziamento a Don Costantino e ai familiari “per il tanto impegno nell’organizzazione di questa lodevole iniziativa che ha toccato il cuore di tutti e nata affinché mai venga meno il ricordo dei figli di questa comunità, uomini e donne la cui scomparsa tanto vuoto ha lasciato ma che vivranno sempre nei nostri cuori”.
E poi la canzone di Irama e le lacrime a rigare i volti di tanti con gli sguardi al cielo a fissare mentre volavano via quei 23 palloncini bianchi e quel monumento, quell’albero dalle radici profonde e dai rami che arrivano al cielo lì dove riposano le 23 vittime della pandemia Covid di Santa Croce di Magliano.