LARINO. Prendendo in prestito le parole del parroco della basilica cattedrale don Lino Antonetti, questa sera, si è ripetuta quella che senza ombra di smentite può essere definita come la celebrazione dell’identità del popolo larinese, un popolo che crede, spera ed ama rivolgendosi nei modi più diversi al suo santo patrono, Pardo.
Come da tradizione, a pochi giorni dalla solennità patronale in onore del santo vescovo del Peloponneso che per voler di Dio divenne protettore di Larino, nella chiesa a lui dedicata il popolo frentano si è ritrovato per celebrare la vestizione dei carri, per celebrare i 128 fiori che li trasformeranno come sempre in una policromia di colori frutto del lavoro, di mesi, compiuto dalle donne ma anche dai bambini e da qualche adulto che, sempre per devozione al santo, ha imparato a tagliare la carta, a trasformarla in un fiore, a darle forma. Una basilica piena in ogni suo ordine di posto a far da cornice alla prima celebrazione presieduta da Don Lino Antonetti che dallo scorso ottobre è stato chiamato quale pastore della comunità a camminare non davanti ma insieme al suo popolo.
Emozionato ma felice di fronte al popolo riunito per onorare il santo patrono, il giovane sacerdote ha avuto parole di speranza per tutti, parole che sono arrivate al cuore, perché ha parlato di pace, del bisogno di fare pace per vivere con fede i tre giorni della festa. Emozionato e felice di constatare come di fronte a lui, di fronte alle sacre reliquie di San Pardo ci fosse non soltanto il presente della comunità ma secoli e secoli di storia tramandata fino ad oggi e da tramandare ai posteri per non disperdere quel filiale amore che Larino nutre per il suo santo patrono.
Tante le immagini da mandare al futuro, ma soprattutto da vivere oggi nel presente, a pochi giorni dalla festa, perché ci sia pace e ci si possa abbracciare come fratelli andando in processione, dando anche a coloro che verranno dai centri limitrofi, l’immagine di una comunità che crede, spera e ama, bella e festosa per il suo santo che scelse di farsi eremita, venne tradito dalla sua gente ma per voler di Dio divenne patrono di Larino e della diocesi tutta.
E poi i carrieri e le loro storie, storie di secolare devozione ma anche storie di ragazzi che hanno scelto di manifestare la loro fede nella costruzione di un carro. Mesi e mesi di sacrifici, la doma, la preparazione delle coperte, dei fiori. Un mondo nel mondo della festa. Un mondo che con loro, per loro tramite, siamo certi, non avrà mia fine.
Buon San Pardo anche dalla nostra redazione.
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