LARINO. Riceviamo e pubblichiamo la nota del gruppo di minoranza ’Insieme per Larino’ sulla vicenda legata alla Fondazione Achille Morrone.
“Il fatto che la Fondazione “Achille Morrone” non abbia più un Consiglio di Amministrazione non stupisce molto il gruppo di minoranza che, proprio durante il Consiglio comunale in cui sono stati nominati gli ultimi componenti, aveva espresso le proprie remore su alcuni nomi che già in passato avevano ricoperto la carica, per poi rassegnare le proprie dimissioni.
E la storia si è ripetuta qualche mese fa, quando tre componenti, espressione della maggioranza, si sono dimessi, nuovamente, lasciando il Consiglio di Amministrazione con quattro consiglieri.
Il 4 giugno, però, il Consiglio di Amministrazione è decaduto in seguito a una riunione indetta per discutere circa la fusione tra la Fondazione “Achille Morrone” e la Fondazione “Michelino Trivisonno”, una vecchia proposta pensata per sanare una “condizione debitoria enorme”, come detto, nel 2023, durante un Consiglio comunale da un ex componente della Fondazione “Achille Morrone”, chiamato a esporre la situazione per cercare soluzioni valide. Proposta su cui i due consiglieri nominati dalla maggioranza hanno espresso le proprie perplessità, chiedendo maggiori rassicurazioni sulla fattibilità dell’operazione prospettata, probabilmente perché la fusione tra due fondazioni è una questione delicata. Gli altri due consiglieri, espressione della minoranza, che in fondo hanno solo funzione di controllo, sentendosi oberati di tutte le responsabilità, si sono dimessi, facendo venire meno il numero legale.
Intanto, ci si chiede perché i primi tre consiglieri dimissionari non sono stati mai sostituiti e, al contempo, si vogliono conoscere le intenzioni del sindaco Pino Puchetti.
Intende ricostituire il Consiglio di Amministrazione, nominando altre persone? In caso contrario, l’alternativa è il commissariamento. In tale eventualità, il sindaco potrebbe farsi nominare commissario ad acta dalla Regione, che è l’organo di controllo della Fondazione, o proporre, nello stesso ruolo, l’assessore alle Politiche sociali, come già avvenuto in passato, per garantire continuità governativa, in modo che la Casa di riposo, che fa capo alla Fondazione, abbia il suo interlocutore legale per tutte le cose di competenza del CdA, e al contempo, far risparmiare denaro che servirebbe per pagare un commissario esterno.
Tornando alla fusione, il sindaco era a conoscenza di questa eventuale operazione? Cosa sarebbe successo alla Fondazione “Achille Morrone”, sarebbe stata inglobata nell’altra Fondazione, o viceversa?
In ogni caso, preme ricordare che, se è vero che la Fondazione “Achille Morrone” deve affrontare un debito per il quale non ha liquidità disponibile, è vero anche che possiede un patrimonio immobiliare di tutto rispetto, che va tutelato, come va tutelata la ragione sociale e morale che è alla base della Fondazione stessa.
La Casa di riposo, riaperta dopo tanti tentativi di trovare qualcuno che la rilevasse, è un bene comune fondamentale per la comunità e, anche se lavora in maniera indipendente attraverso la cooperativa che la gestisce, garantendo continuità nell’assistenza agli ospiti, deve tornare ad avere un punto di riferimento per le attività straordinarie, anche per onorare e rassicurare chi si è assunto una grande responsabilità e un grande rischio, riuscendo a ridare lustro a una struttura chiusa per vicissitudini molto delicate”.