di Pasquale Licursi
SANTA CROCE DI MAGLIANO. Ci sono ancora e davvero cose belle da raccontare. Ci sono e le trovi in posti strani, ma belli. Nella vita degli uomini, anche. Uomini semplici, che vivono piano e con dolcezze all’ombra. E hanno un cuore che batte. Basta cercarle e se non le trovi ti arrivano quando meno te l’aspetti e all’improvviso. Così le giornate di Giuseppe De Maioribus, artista e pittore autodidatta di Santa Croce di Magliano. Lui ha un sorriso strano e non ride davvero mai o quasi mai. Se ride è perché tu lo trovi al bar e gli dici che hai visto i suoi quadri, le sue opere e ti piacciono davvero.
Ti piace come usa i colori e come dipinge le sue idee. Lui dice che è solo un suo modo di passare il tempo, ammazzare la noia e vivere sereno. Da tanti anni dipinge a casa e regala i suoi quadri ai figli (le figlie). Quelli che non regala li appende in cucina e in questi giorni tre li ha donati alla Biblioteca Comunale. Non poteva crederci. I suoi quadri nel tempio locale della cultura e dei libri. Sopra al piano del museo Sacrocam. Ingresso.
E’ tornato bambino con tutto quello che questo può significare. È bello il suo dipingere, semplice anche. Ed è bello come usa i colori, come diventano pittura. Dipinge la vita, momenti di vita. Il quotidiano. E nei suoi quadri c’è campagna, paesaggi, momenti di vita così, semplice vita come la sua. C’è anche il mare a volte. E mette insieme le cose. Mare e campagna. Donne e solitudini. È davvero bello ammirare i suoi lavori ed è anche bello sentirlo parlare. Dice che è il suo modo di riempire le giornate, con tutta la passione che ha. Ma chi dipinge, come chi scrive o fa musica, riempie anche le giornate degli altri e senza nessuno sforzo.
Giuseppe De Maioribus non ha uno stile preciso e unico. Usa più stili ed è questo il bello del suo modo di dipingere. Così l’uso dei colori. A Volte impressionista, a volte naif ma sempre istinto, sempre di cuore. Dipinge col cuore, come tutti gli autodidatti e come tutti coloro che lo fanno per amore. Dipinge col cuore e per amore. Io sono passato da casa sua, con la moglie che mi ha fatto vedere. Tante opere appese in cucina e molte altre in una camera e altre ancora nelle case delle figlie. Ora tre sono al museo. Ed è giusto così. Sono insieme ai ricordi di Pietro Mastrangelo e di Raffaele Capriglione. E lui è felicissimo. Non te lo dice che lo è e non te lo dirà mai. Ma io lo so. Lui ora è felice. E cosa c’è di più bello che rendere felice una persona? Cosa c’è di più bello che non ci crede ancora? Davvero, non ci crede. Eppure è così : ci sono ancora belle cose da raccontare. E noi le raccontiamo. Sempre che la strada ce le faccia scoprire.